Il World Wide Web

Come funziona internet? Ecco la struttura del World Wide Web

Il World Wide Web, o “Web”, è un immenso insieme di documenti, testuali e non, interconnessi tramite hyperlink, o semplicemente link. Questo non deve essere confuso con Internet, che invece è una rete di computer. Si può infatti dire che il Web è un servizio che “gira” su Internet.

Tutti i documenti che formano il Web sono messi a disposizione da dei Server web, sono solitamente organizzati in siti Web e possono essere identificati tramite URL. Di seguito analizzeremo questi termini nello specifico:

Schema della struttura di internet
Schema rappresentativo della struttura del World Wide Web.

Per accedere a tutti questi siti e documenti noi utenti utilizziamo un Browser web un programma che consente di trovare i documenti tramite il loro URL, comunicando con i server web.

Ma Chi ha inventato il Web?

Tim Berners Lee

Il Web è stato inventato nel 1989 da Tim Berners-Lee,, un fisico inglese che lavorava al CERN di Ginevra. Tim Berners-Lee voleva creare un sistema di documentazione che superasse le difficoltà legate alle differenze hardware e software tra i computer delle migliaia di persone che lavoravano al prestigioso centro di fisica delle particelle.

L’idea alla base dell’ipertesto è che l’informazione possa essere organizzata in un modo alternativo detto ipertestuale che consente di creare delle associazioni tra cose apparentemente scollegate. Un sistema ipertestuale consente al lettore di accedere alle informazioni attraverso percorsi multipli. È necessario che il nuovo sistema funzioni tramite associazioni tra cose apparentemente scollegate. All'importanza del collegamento nei sistemi di documentazione e all'idea di ipertesto si erano già dedicati, in tempi più remoti, Vannevar Bush e Ted Nelson.

Ted Nelson scriveva per l’appunto:

«Con “Ipertesto” intendo una scrittura non sequenziale, testo che si dirama e consente al lettore di scegliere; qualcosa che si fruisce al meglio davanti ad uno schermo interattivo. […] Non più limitati alla sola sequenza, con un ipertesto possiamo creare nuove forme di scrittura che riflettano la struttura di ciò di cui scriviamo; e i lettori possono scegliere percorsi diversi a seconda delle loro attitudini, o del corso dei loro pensieri, in un modo finora ritenuto impossibile.» (Ted Nelson, Literary Machines, 1981)